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Rick Berman |
In più, anche Brannon Braga dice la sua sul 24° secolo di Gene Roddenberry e ne difende l'utopia.
Un inizio in salita
Il debutto di The Next Generation non è stato dei più semplici ed erano tutti molto preoccupati dal fatto che la serie avrebbe potuto ricevere una fredda accoglienza. Ricorda Berman:
Contro di noi giocavano tre fattori: eravamo una serie di fantascienza, in un periodo in cui il genere non era affatto popolare; Eravamo il sequel di un'altra serie TV, che all'epoca non era ancora così apprezzata; stavamo per essere trasmessi in syndication invece che su un network tradizionale, che era una cosa inaudita a meno che non parlassimo di show di cucina o cose così.
Quindi, eravamo tutti un po' nervosi perché non sapevamo se un sequel di fantascienza in syndication avrebbe funzionato. E questa era una faccia della medaglia. L'altra faccia era che avevamo per le mani un buon prodotto di cui eravamo molto soddisfatti. Gene [Roddenberry], Bob Justman, io e tutte le altre persone coinvolte nella serie sapevamo di aver messo insieme un magnifico cast e un grande episodio pilota. Quindi erano tutti cautamente ottimisti, incluso il sottoscritto.
La scelta degli attori
Parlando del cast, molti attori sono stati presi in considerazione per interpretare i personaggi di The Next Generation, fra i quali Stephen Macht, Tim Russ, Billy Campbell e Wesley Snipes. Continua Berman:
Be', uno dei nomi favoriti per interpretare Picard era quello di Stephen Macht, un uomo adorabile e un attore molto bravo... ma in realtà il ruolo non è mai stato offerto a nessun altro se non a Patrick [Stewart].
Stephen Macht
Berman ricorda che, al provino, Patrick Stewart si presentò indossando un tupè:
E' stato molto divertente. Ricordo che quando gli abbiamo fatto il provino insieme a John Pike, che era il presidente di Paramount Television, [Stewart] indossava un tupè. Quando finì e uscì dalla stanza, Pike mi disse: "E' il vostro uomo, ma il tupè deve sparire." E per me fu un sollievo perché, avendo già cominciato a frequentare un po' Patrick, vederlo col tupè era stranissimo.
Patrick Stewart (e il suo tupè!)
Se fosse rimasto mi avrebbe messo un po'... a disagio.
Per il ruolo di Geordi sono stati considerati dei nomi piuttosto familiari:
Tim Russ [che interpreterà Tuvok in Star Trek: Voyager, anni dopo - N.d.t.] era uno dei più accreditati ma, d'altro canto, LeVar era il più famoso dei nostri attori perché aveva recitato in Radici [interpretò Kunta Kinte nella miniserie TV del 1977 - N.d.t.]... quindi LeVar è sempre stata la nostra prima scelta. [Mi dicono che venne fuori anche il nome di] Wesley Snipes, ma io non lo ricordo. E' possibile che qualcuno lo abbia inserito tra le possibilità ma non credo che
Tim Russ
sia mai stato provinato e preso seriamente in considerazione.
Jonathan Frakes invece è stato un attore di "seconda scelta", perché gli autori avevano in mente un altra persona per il ruolo del Comandante Riker:
Si trattava di... quello che ha recitato in Le avventure di Rocketeer [si riferisce a Billy Campbell, che apparirà comunque in TNG nei panni di Okona l'Immorale - N.d.t.]. E' venuto a fare il provino e ha letto le sue battute ma pensarono che non avesse la presenza giusta per interpretare una persona che seguiresti in battaglia. Non è che lo bocciarono al 100% ma vollero vedere altri attori dopo di lui; la seconda scelta era Jonathan Frakes e fu apprezzato subito da tutti. E questo è quanto.
Billy Campbell
I due rimpianti di Rick Berman
Berman è complessivamente molto soddisfatto di The Next Generation, ma ci sono strade che avrebbe voluto tentare e non ha potuto percorrere:
Direi che ho solo due rimpianti: uno è che gli Studios non ci hanno mai permesso - salvo piccole eccezioni - di avere una trama d'ampio respiro. Volevano per forza episodi autoconclusivi. E l'altra cosa è che Gene [Roddenberry] ci ha sempre fortemente dissuaso dal mostrare conflitti fra i personaggi della Flotta Stellare, e si trattava di un divieto che ha reso la vita molto difficile agli autori, certe volte.
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Rick Berman e Brent Spiner |
Linea temporale Kelvin e Star Trek: Discovery
Berman è stato al timone di Star Trek per vent'anni; cosa pensa di quello che è venuto dopo la sua gestione, ovvero i film reboot di J.J. Abrams e la neonata Star Trek: Discovery?Ho visto tutti e tre i film più recenti e ho dei sentimenti contrastanti al riguardo. Da un lato credo che siano straordinari perché, rispetto ai film che abbiamo fatto noi - tutti dedicati all'equipaggio di TNG e con un budget molto limitato - la Paramount non ha badato a spese e ha realizzato dei film action fantascientifici su larga scala, che sono stati un successo sotto vari punti di vista. Visivamente sono stupefacenti, il cast è grandioso, la produzione fantastica. Parlando di trama e contenuti, però, avrei voluto che fossero un po' più 'Star Trek' e un po' meno 'Iron Man'. Avrei preferito che fossero un po' più in sintonia con la visione di Gene [Roddenberry] piuttosto che grandiosi ed eccitanti film d'avventura. Ma li ho visti tutti e tre e mi hanno divertito.
Ho seguito un po' quello che s'è scritto e detto su Discovery, e sono curioso di vedere come evolverà. Sono stato anche invitato ad una proiezione ma non ho potuto partecipare, quindi vedrò la serie insieme al resto del pubblico.
Brannon Braga difende l'utopia di Roddenberry
In una recente intervista con TrekMovie, anche Brannon Braga ha ricordato i suoi esordi con TNG (è entrato nello staff durante la terza stagione della serie) e anche lui conferma il malumore degli autori verso una delle regole principali di Roddenberry, cioè che il personale della Flotta Stellare dovesse andare sempre d'amore e d'accordo.
Uno degli autori più insofferenti a questa regola era certamente Ron Moore, diventato poi uno degli autori principali di Deep Space Nine - dove i conflitti fra i personaggi non mancano mai - e in seguito passato a scrivere la nuova serie di Battlestar Galactica, anche questa molto vivace in fatto di tensioni fra i protagonisti.
Recentemente lo stesso Moore ha anche criticato l'introduzione dei replicatori in TNG, giudicati uno strumento troppo comodo che toglie valore ad ogni cosa, dato che fa apparire magicamente ogni tipo di risorsa solo chiedendola.
Ecco cosa pensa in proposito Brannon Braga
Uno degli autori più insofferenti a questa regola era certamente Ron Moore, diventato poi uno degli autori principali di Deep Space Nine - dove i conflitti fra i personaggi non mancano mai - e in seguito passato a scrivere la nuova serie di Battlestar Galactica, anche questa molto vivace in fatto di tensioni fra i protagonisti.
Recentemente lo stesso Moore ha anche criticato l'introduzione dei replicatori in TNG, giudicati uno strumento troppo comodo che toglie valore ad ogni cosa, dato che fa apparire magicamente ogni tipo di risorsa solo chiedendola.
Ecco cosa pensa in proposito Brannon Braga
Da quello che mi ricordo, non abbiamo mai veramente parlato così tanto di questi problemi con Ron. Ci interessava solo scrivere delle storie e si, ogni tanto vedevo Ron costretto a scartare delle idee, ma non abbiamo mai veramente avuto uno scontro creativo su questi temi. Quando si è aggregato brevemente alla squadra di Star Trek: Voyager, ha proposto delle idee molto coraggiose per trasformare tutta la serie, non solo un paio di episodi, in stile 'Un anno d'inferno'. Era una grande idea ma gli Studios non l'avrebbero mai autorizzata.
Brannon Braga
Non mi trovo d'accordo con lui perché credo fermamente che la filosofia di Star Trek di un futuro in cui l'umanità va d'accordo senza porsi problemi di razza, di cosiddette disabilità, dove tutti hanno un loro posto nel mondo... è una delle qualità più durature della serie. Rappresenta un futuro di cui si vuol far parte.

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